“Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente”

Siamo convinti, come altri prima di noi, che non ci sia futuro senza l’agricoltura (“Pas d’avenir sans agriculture” dicono i cugini d’Oltralpe). Negli anni abbiamo raccolto i nostri appunti e le nostre idee per l’ambiente, per le produzioni agricole più sane e più buone, fino a stilare un manifesto che ispira il lavoro di tutti i giorni, in vigna come in cantina. Un insieme di storie che ha l’inconfondibile sapore della verità.

Erba

Un filo d’erba è forte come un albero! Nelle nostre vigne, seminando l’erba nei filari e nelle stradine di confine, proteggiamo le colline dall’erosione.

Diserbanti

Nelle nostre vigne, noi seminiamo l’erba, mica la avveleniamo con il diserbo!

Orzo

Nelle zone più impervie seminiamo addirittura l’orzo invernale: mette in ombra la gramigna e la fa seccare senza bisogno di diserbante!

Pali di legno

In un anno abbiamo piantato 18.000 pali di legno. E non di ferro o di cemento. Gli alberi ricrescono, le cave e le miniere si esauriscono.

Pali di legno II

Piantiamo nelle vigne solo pali di legno perché vogliamo che le nostre vigne ricordino i boschi, non i cimiteri pieni di croci di cemento o di ferro.

Biomasse

Per noi il miglior recupero degli scarti di potatura delle nostre vigne è quello di lasciali tra i filari con le foglie secche e gli sfalci d’erba affidandoli ai microrganismi della terra che li ritrasformano in concimi naturali.

Concimi

Non bastano solo i resti della potatura e l’erba per integrare di sostanze organiche concimanti. Per questo, dopo la vendemmia, spargiamo nei filari anche le vinacce e se non basta anche il letame.

Puzze saltuarie

Sappiamo che il letame che mettiamo puzza un po’, ma dopo qualche giorno non si sente più.

Diradamenti dei germogli e non dell’uva

Per i vecchi vignaioli fare i diradamenti togliendo grappoli quasi maturi è una vergogna e uno spreco! Anche per noi lo è. Se ci sono troppi grappoli è perché abbiamo sbagliato noi. Preferiamo eliminare in estate i germogli di una vite molto vigorosa per riequilibrare la produzione.

Miele

Noi compriamo il miele che mangiano i nostri figli da un apicoltore delle nostre colline le cui api, siamo certi, vengono a contatto con le nostre vigne. Pensiamo anche a questo quando trattiamo i vigneti.

Giallo zolfo

Per chi vive in città lo zolfo non ha colore, è qualcosa che fuoriesce dai tubi di scappamento e ammorba l’aria. Per noi è giallo come il sole. E’ un elemento primario della natura, una polvere che soffiamo sui grappoli ancora verdi; è la salvezza di un raccolto altrimenti impossibile.

Color blu rame

Per molti il rame è color rame. Per noi è blu, come i cristalli che si sciolgono nella calce usati per spruzzare le foglie e i grappolini della vite. Protegge le piante e i frutti da muffe e funghi ricoprendone la superficie senza entrare nella buccia. La prima pioggia lava via tutto.

Insetti buoni

Insetti sigarai in primavera, cimici silvestri in estate, formiche alate in autunno, vespe e calabroni in vendemmia. Sono parte del nostro ecosistema, in equilibrio con l’habitat che si è creato tra i filari.

Insetti fastidiosi

Insetti sigarai in primavera, cimici silvestri in estate, formiche alate in autunno,vespe e calabroni in vendemmia. Noi non ci facciamo mancare niente! Sopratutto non facciamo niente per scacciarli.

Cavallette

Un anno, in piena estate, ai bordi di una vigna sono comparse decine di migliaia di cavallette. Era impressionante. Voracissime, mangiavano foglie e germogli. Uno che la sapeva lunga ci ha consigliato una “meisina” e l’abbiamo data alle cavallette. Sono cadute tutte a terra dal ridere e dopo poche ore erano di nuovo sui tralci a mangiare. Trascorsa una settimana grossa sono scomparse da sole ed è stata l’ultima volta che abbiamo usato una “meisina”.

Falchetto

C’è un falchetto che ha fatto della nostra vigna il suo territorio. Gira sempre in tondo e dall’alto controlla tutto.

Topolini di campagna

Non abbiamo mai visto topolini di campagna né roditori nella vigna del falchetto.

Cinghiali

Conoscendone il proverbiale garbo e l’attenzione che manifestano verso le vigne e l’uva, siamo contenti che da queste parti non ce ne siano.

Cane

Tequila è il nostro cane. Un pastore belga, nero come l’inferno, dagli occhi svegli e la cuccia sotto un ippocastano.

Condor

è il nome stampigliato sul cofano del decano dei nostri trattori.

Cavalli

Il Condor ne ha 55.

Trattori a ruote

Nelle vigne, per non rovinare l’erba, noi usiamo i trattori con le ruote gommate. Sono più sicuri e hanno una bella cabina ermetica con l’aria condizionata e il tergicristallo a tre velocità. E anche la radio.

Trattori a cingoli

I cingolati servono solo per fare la guerra o per il fango.

Euro 0

Zero è la categoria ecologica del nostro trattore più vecchio e anche il suo valore commerciale. Lo aveva comperato nostro nonno a Montechiaro, noi lo teniamo da conto e lo usiamo per saltuari lavori leggeri. Non ha neanche il tergicristallo, ma ha tre posti a sedere!

Euro 5

Cinque è la categoria ecologica di un trattore nuovo per sostituire il Condor; 50.000 euro il costo per comprarlo. Ma all’ambiente quanto costa costruirlo in termini di energia e impiego di risorse non rinnovabili? E quanto peserebbe lo smaltimento del Condor? Siamo certi che sia più sostenibile sostituire il Condor con un trattore nuovo?

Barbera mon amour

Si fa presto a dire Barbera! Nelle nostre vigne ne coltiviamo otto biotipi diversi, ogni tipo di terreno ne ha uno.

Barrique e botti di legno

Non sappiamo fare vini importanti senza affinarli in legno e per farlo usiamo le botti e le barrique.

Barrique nuove e barrique usate

Quelle nuove sono veramente belle e vanno bene per i vini vigorosi e di carattere, poi le usiamo per i nebbioli. Quando sono stanche le diamo ai nostri clienti che le mettono come insegna sulla porta delle loro osterie con una bottiglia vuota sopra. Un nostro amico di Langhirano le usa per affinarci alcuni dei suoi migliori prosciutti crudi di Parma.

Anidride solforosa

Ne abbiamo sempre usata pochissima nei nostri vini e continueremo a usarne poca. I clienti ci dicono che i nostri vini “Non fanno venire il mal di testa, neanche quelli bianchi!”

Vicini

Un giorno, un vignaiolo che voleva ritirarsi e andare in pensione ci ha detto: “Ho visto come lavorate la vigna e mi piacerebbe vendervi la mia”. Ci ha fatto piacere e abbiamo pensato a quegli allevatori di cani che prima di cedere un cucciolo vogliono conoscere il futuro proprietario.

Vicini sabaudi

Non ci è capitato mai più ma “in compenso” abbiamo fatto molte altre esperienze con i vicini.

Energia elettrica

Per coltivare la vite non serve energia elettrica ma per fare il vino sì. Per questo abbiamo ricoperto i tetti della nostra rimessa agricola di pannelli fotovoltaici che soddisfano il 150 % del fabbisogno della nostra cantina. Ci dicono che evitiamo così di immettere nell’aria 100 tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti al consumo di 500.000 litri di petrolio. La nostra bolletta della luce è azzerata. E siamo noi che ogni bimestre inviamo le bollette all’Enel (Tiè)

Boschi

Anche il più sostenibile dei vigneti ha sempre un impatto sull’ambiente e siccome la monocoltura, da un punto di vista ecologico, è un suicidio, accanto ai nostri 50 ettari di vigna abbiamo anche 20 ettari di prato e bosco per compensare un po’ l’impatto che inevitabilmente creiamo.

Riserva d’acqua

Con l’acqua non siamo in riserva: facciamo sempre il pieno quando piove. Sotto la cantina abbiamo una cisterna capace di 250.000 litri di acqua per gli usi di campagna e per lavare i trattori.

Scuola di pensiero

Il vino deve essere buono, così piace di più.

Propaganda per il nostro vino

“Comprate tutto il vino che volete!”

Copyright

Queste storie sono le nostre. Se piacciono chiunque può copiarle.