Lo scorso venerdì 9 ottobre nel padiglione Waterstone di Intesa Sanpaolo a Expo Milano, Bava ha presentato BAVA.GREEN – Il vino sostenibile, il manifesto di buone pratiche che da anni l’azienda vitivinicola con base a Cocconato, nel Monferrato astigiano, segue dalla vigna alla cantina e nella commercializzazione dei propri vini.
BAVA.GREEN – Il vino sostenibile è il racconto di una famiglia del vino che ha fatto della sostenibilità un’autentica filosofia produttiva, con riflessi sui vini e sull’ambiente che li genera.
L’incontro di Expo, in linea con i temi della manifestazione, è stata un’occasione per riempirsi gli occhi di vigne a perdita di colline nel Piemonte viticolo patrimonio dell’Unesco e di condividere una storia semplice, tutta italiana.
“Siamo convinti – spiegano Roberto, Paolo e Giulio Bava che insieme al papà Piero guidano l’azienda – che non ci sia futuro senza l’agricoltura (“Pas d’avenir sans agriculture” dicono i cugini d’Oltralpe). Negli anni abbiamo raccolto i nostri appunti e le nostre idee per l’ambiente, per le produzioni agricole più sane e più buone, fino a stilare un manifesto che ispira il lavoro di tutti i giorni, in vigna come in cantina. Un insieme di storie che ha l’inconfondibile sapore della verità”.
I pali di legno nelle vigne a posto di quelli di cemento (“In un anno abbiamo piantato 18.000 pali di legno. E non di ferro o di cemento. Gli alberi ricrescono, le cave e le miniere si esauriscono”), l’erba che cresce a terra tra le viti (“Un filo d’erba è forte come un albero! Nelle nostre vigne, seminando l’erba nei filari e nelle stradine di confine, proteggiamo le colline dall’erosione”), l’utilizzo di concimi naturali (“Per noi il miglior recupero degli scarti di potatura delle nostre vigne è quello di lasciali tra i filari con le foglie secche e gli sfalci d’erba affidandoli ai microrganismi della terra che li ritrasformano in concimi naturali”). Ma anche accorgimenti contemporanei, come i pannelli solari: “Per coltivare la vite non serve energia elettrica ma per fare il vino sì. Per questo abbiamo ricoperto i tetti della nostra rimessa agricola di pannelli fotovoltaici che soddisfano il 150 % del fabbisogno della nostra cantina. Ci dicono che evitiamo così di immettere nell’aria
100 tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti al consumo di 500.000 litri di petrolio. La nostra bolletta della luce è azzerata”.